Editoriale

scala l’8b+ di Minitraxion. Foto: Loris Beccaria
È una delle falesie più belle che ci siano, a tratti selvaggia, seppur ubicata nel civilizzato, verticalmente parlando, Nord Italia, anche se oggi il soffice prato dove a volte dormivamo quando chiodavamo le vie, tappeto naturale della cengia, non esiste più.
Stiamo parlando di Pianbernardo, definita negli anni la Ceuse italiana. Io e il mio amico Matteo Pino non abbiamo avuto tutti i torti, vent’anni fa, a far riecheggiare nei nomi scelti la qualità di vie che hanno fatto la storia dell’arrampicata sportiva mondiale. La femmina nera 7c+, Faccia di ratto 8b. Sorrido se penso a quando abbiamo battezzato così alcune linee che mai avremmo immaginato potessero diventare dei classici da ripetere.
Oggi Pianbernardo è una falesia apprezzata e frequentata ma non è stato sempre così, al contrario, solo negli ultimi anni ho iniziato a vedere sui socialnetwork fotografie di Pianbernardo e a leggere di pari passo le notizie delle prime ripetizioni dei tiri più duri della falesia, rimasti se…