Editoriale
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Jolly in allenamento
Foto: L. Parisse
Alla fine degli anni Settanta, un’etica rigida prevedeva che a ogni caduta ci si dovesse ricalare subito a terra, per ripartire dal basso.
La parte finale era, dunque, sempre “a vista”. Non si potevano lavorare i passaggi “da secondo” o a pezzi, da spit a spit. Un tentativo era un tentativo.
Al giorno d’oggi, al contrario, l’espressione “l’ho fatta al secondo tentativo” non ha più alcun significato: basta un compagno paziente, e posso occupare la via per un’ora o più, provare le varie sezioni decine di volte e considerare tutto questo come “un solo tentativo”.
Di certo oggi molte cose sono cambiate, anche…