Editoriale

sul traverso della parte alta di "Rovereto".
Foto: F. Molara
Io e Federico ci siamo conosciuti grazie ad un amico comune quando entrambi amavamo la montagna ma ancora praticamente non scalavamo. Abbiamo mosso i primi passi sulla roccia insieme e ricordo quei momenti con nostalgia, perché mi rivedo buffo e goffo, ma giovane e con una grande passione, che spesso mi portava a tentare salite oltre le mie capacità, quasi sempre insieme a Fede. Come quella volta in cui, discutendo in falesia di una via in artificiale che volevamo salire il giorno dopo, un forte scalatore del quale sono tutt’ora curioso di sapere il nome, per sconsigliarci di farla, perché gli era bastato vederci scalare cinque minuti per capire che saremmo sicuramente morti, ci disse che l’apritore aveva le “braccia lunghe” e che quindi non saremmo stati in grado di moschett…