Editoriale

sul secondo tiro de "Il cammino degli Eternauti": secondo tetto (quinto tiro).
Foto: S. Mazzolini
Da tempo sapevo che Il cammino degli eternauti era una via bellissima: la sua fama aveva varcato velocemente i confini della stretta Val Daone e tanti arrampicatori avevano potuto godere degli entusiasmanti passaggi sui suoi “funghi di granito”.
Per un motivo o per l’altro non ero mai riuscito ad andare, anche perché quando si è in zona Arco il calcare la fa da padrone e raramente ci si avventura sul bellissimo granito dell’Adamello o della Presanella. È la fine di aprile e sono in Valle del Sarca con Francesco, ma per molte pareti è già troppo caldo e non riusciamo a scovare una via in ombra che ci soddisfi. Francesco esclama: “Ormai è impossibile scalare in valle con te, le hai fatte praticamente tutte!”. Continuo a pensare e improvvisamente mi torna in mente lo Scoglio di Boazzo e Il cammino degli eternauti: sicuramente è più fresco che ad Arco e anche il breve accesso ci permette di vagabondare tra una birra e l’altra e attaccare comodamente il pomeriggio.
Ce la prendiamo comoda…