Editoriale

sul primo tiro di "Con vista lago".
Foto: O. Bottiglieri
Son passati diversi anni dal 2007, ma il ricordo del primo tentativo sulla pietra del Monte Bulgheria col mio amico Biagio Orovecchia è ancora vivo nella mia mente come se fosse stato ieri. Eravamo reduci, in quel periodo, da alcune salite alpine firmate da personaggi quali Piola, Motto, i fratelli Remy e artisti vari, e l’apertura dal basso a spit e cliff cominciava ad intrigarci non poco. Lo scudo calcareo della parete Nord Est del Bulgheria, con le sue placconate a gocce e fessure divenne inesorabilmente il nostro piccolo Grand Capucin, il nostro mini Wenden, insomma lo scrigno dei nostri sogni e, spesso, delle nostre paure. Aprimmo una bella via (La carezza delle rondini), passammo delle giornate d’arrampicata intense col mare del golfo di Policastro sempre da sfondo.
Poi sono ritornato una decina di anni fa con amici diversi ed è nata Con vista lago, un’altra linea a fix un po’ più “plaisir” ma comunque di grande soddisfazione, e si sviluppa anch’essa nel settore più compatto de…