Editoriale

impegnato sullo strapiombo sopra la cengia.
Foto: D. Moretti
I Monti Sibillini, nell’Appennino centrale, sono montagne capaci di stupire al primo impatto. Colli ondulati si alternano a cime dolomitiche, dove forre e boschi ricamano il paesaggio, dando luogo ad un colpo d’occhio più unico che raro. Alpinisticamente parlando, chi pratica lo scialpinismo sa benissimo che i pendii dei Sibillini regalano discese strepitose, che per bellezza ed impegno nulla hanno di meno rispetto a quelle più blasonate delle Alpi. Per ciò che riguarda la scalata su roccia sono invece decisamente meno noti, anche se hanno una storia e una tradizione molto antiche. La vicinanza con il Gran Sasso, la minor imponenza delle pareti e la roccia nel complesso di qualità inferiore rispetto ad altri siti della zona, hanno fatto sì che gli itinerari aperti siano stati relegati ad un rango inferiore, nonostante tra di essi figurino autentici gioielli aperti da forti arrampicatori del Centro Italia, fra i quali spiccano sicuramente quelli di Tiziano Cantalamessa, grande alpinist…