Editoriale

Gilberto Garbi e Lino Bergliavaz, primi valorizzatori sportivi del Forcellino, in sosta sulla parete, nel 1994.
Foto: E. Pesci
La parete del Forcellino può essere considerata, fra quelle calcaree, una delle più caratteristiche e interessanti di tutta la Lombardia. Essa infatti precipita con un liscio appicco di 400 e più metri dal bordo del Pian dei Resinelli, a ovest, verso il lago, che si trova quindi quasi mille metri più in basso. Considerato per certi versi un cugino minore lombardo del Verdon, il Forcellino ha una lunga storia verticale: salito negli anni Sessanta e Settanta da vie di stile classico ma molto impegnative, come la Via del Det di Gigi e Giuseppe Alippi, o la più nota via Panzeri-Riva, questo impressionante alto roccioso venne riportato a nuova vita in stile moderno nei primi anni novanta dall’esperta coppia di arrampicatori lombardi Garbi e Bergliavaz, i quali attrezzarono, con un grandissimo e impegnativo lavoro, visto il luogo, due vie, destinate a diventare classiche tra le sportive in Lombardia: Discovery, 7a e Astra.
Quest’ultima è probabilmente la più gradevole dell’intera parete: o…