Editoriale
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Fabrizio Rossi inizia ad addentrarsi nelle viscere del diedro.
Foto: A. Fabrini
In mezzo, una lunga giornata nel ventre della parete Est della Vetta Orientale del Corno Grande, quell’impressionante muraglia che (coi suoi 2 km di altezza, accessi selvaggi e vie severe) porta il nome di “Paretone”. Un’avventura condivisa con Alessandro Fabrini (con cui, da quel giorno, sarebbero nate tante altre belle salite) e Simone Bianchi, che ci ha voluto coinvolgere in un progetto che sognava da tempo e che avrebbe rappresentato la sua centesima via al Gran Sasso: il “Diedro di Mefisto”.
Seicento metri su una roccia che perde qualità man mano che si sale, su elevate difficoltà che richiedono costante attenzion…