Editoriale

7c+, Sicilia, Specchio di Cava grande. Foto: Diego della Porta
Al giorno d’oggi, molti bravi scalatori studiano la scienza dell’allenamento su Instagram. Questo, a mio parere, non è totalmente sbagliato, perché, bisogna riconoscerlo, ci sono molti ottimi spunti e si trovano (anche) molte persone preparate; se è vero che non c’è la peer review, ci sono pur sempre i feedback implacabili dei commenti di un’intera comunità che controlla il sistema: chi scrive una idiozia viene castigato in tempo reale, cosa che non avviene sulla carta.
Però. Anzi due “però”, a mio parere molto grandi, rendono l’apprendimento (e l’insegnamento) su Instagram poco efficace e talvolta anche pericoloso.
In primo luogo, perché il navigatore è frettoloso, e lo è perché il suo mezzo glielo impone; chiunque, con in mano un cellulare, sfiora la superficie delle cose. Nessuno è in grado di andare in profondità velocemente. Non è una questione di intelligenza, puoi essere anche un genio, ma l’esperienza va covata con lentezza, e la profondità cercata con calma: andando troppo …