Introduzione

Emilio Previtali, Nuova Zelanda. Foto: Damiano Levati
Il campo di atletica è deserto, le uniche due persone in pista siamo io e Eros.
C’è un caldo che si schiatta ed è normale che sia così, gli atleti veri, quelli giovani e performanti arriveranno più tardi, quando il solleone di agosto avrà mollato un po’ la presa. Una serie di ostacoli bassi a distanza regolare occupano la striscia di tartan tra l’ottava corsia e quella per la rincorsa del salto in lungo.
È in quello spazio fuori da ogni traiettoria di corsa e apparentemente inutile che Eros ha ricavato una zona di allenamento soltanto per me. Mi sta dedicando tutta la sua attenzione, in programma c’è un lavoro sulle andature. Eros ha deciso di aiutarmi a migliorare nella corsa, sono un buon ciclista e triathleta ma con la corsa su strada, nonostante impegno e buona volontà, faccio davvero fatica.
Eros è convinto di poter migliorare la mia tecnica di corsa e di riuscire ad aiutarmi a correre più veloce. Io ci spero e seguo alla lettera le sue indicazioni. L’ultima volta che ho fa…