Prefazione

La parete nord del Grand Charmoz in estate, sopra la Mer de Glace, Monte Bianco.
Foto: Mark Twight
Nel 1984 mi trovavo sulle Alpi francesi, e per il giorno del mio compleanno decisi di farmi un bel regalo e provare un’ultima grande parete prima che la stagione finisse. Avevo appena concluso due sfrenate settimane di ascensioni in solitaria sul ghiaccio migliore che avessi mai trovato a Chamonix. Le mie nocche erano costantemente rovinate, le mie mani ormai modellate sul manico della piccozza. Secondo le previsioni però, quel fantastico mese di alta pressione che mi aveva tanto esaltato stava ormai per finire, rimanevano soltanto un paio di giorni utili. Volevo sfruttare quella che poteva essere l’ultima possibilità per la stagione, e scelsi la nord dei Grands Charmoz, con l’uscita sulla Diretta Heckmair-Kroner. Si tratta di una bella parete, facilmente accessibile col treno fino a Montenvers, le cui caratteristiche si sposavano perfettamente con le mie ambizioni e le mie capacità. Avendola ammirata a lungo, conoscevo a memoria lo sviluppo della via, ma avevo bisogno di qualche info…