Prefazione

La parete nord dello Shgiri, in Pakistan, alta duemila metri, scalata nel 1998 da Barry Blanchard, Kevin Doyle e Ward Robinson. L’itinerario completo fu di due giorni più lungo del previsto, perché la mappa indicava che la parete era alta solo novecento metri.
Foto: Mark Twight
Barry Blanchard, Kevin Doyle, Ward Robinson e io ci trovavamo in Pakistan per tentare la parete Rupal del Nanga Parbat. Per acclimatarci avevamo scelto la nord del Shgiri, una cima che la nostra cartina indicava alta 5640 metri. Giunti al bivacco, alla base della parete, l’altimetro segnava 4500 metri. Quando suonò la sveglia dell’orologio, alle 2.30 di mattina, mi girai dall’altra parte e tornai a dormire: sentivo che qualcosa non andava.
Gli altri tre decisero di tentare la salita, e verso le 4.30 attaccarono la parete portandosi dietro soltanto il minimo indispensabile: piccozze, ramponi, un po’ d’acqua e di cibo, un fornello, e un solo materassino. Contavano infatti di salire agevolmente i 1000 metri di via in giornata.
Alle 19.30 non erano neanche vicini alla vetta; al calare del buio vidi accendersi le loro frontali, ma ben presto furono costretti a fermarsi.
L’indomani, alle prime luci dell’alba, ripresero la marcia senza indugi: sapevo che non vedevano l’ora di ricominciare…