Prefazione

La parete nord, alta millecinquecento metri, del Kusum Kanguru, in Nepal.
Foto: Mark Twight
Nel novembre del 1991 mi trovavo nella zona del Khumbu, in Nepal. Per acclimatarmi avevo salito insieme a Ed Pope una nuova via sul Peak 5886, una vetta minore del Kongma Tse. Ora invece ero di nuovo solo, accampato per qualche giorno sotto la parete nord del Kusum Kanguru (6300 metri), in attesa del momento giusto per attaccare. Barry Blanchard aveva appena salito la parete in solitaria, e continuava a ripetermi quanto fosse bella quella via. Attraversai la crepaccia terminale verso le 7 di mattina dopodiché, una volta raggiunto il ghiaccio, cominciai a salire più velocemente possibile, nella convinzione di poter conquistare i 1500 metri di parete e scendere di nuovo al campo base in un giorno solo.
Dopo circa trecento metri, la musica del mio iPod scomparve improvvisamente, coperta da un sibilo che si faceva sempre più forte: piantai istintivamente una picca nel ghiaccio, cercando di accovacciarmi contro la parete. Il sasso mi centrò comunque, costringendomi in ginocchio con un son…