Prefazione

La prima volta che incontrai Mark fu nel negozio della North Face di Seattle, nel quartiere universitario. Era il 1982, e già a quel tempo Mark spiccava tra tutti gli altri scalatori: esuberante, litigioso, entusiasta, caparbio, teatrale, burrascoso, divertente, determinato. Mi piacque subito, anche se non avevo idea di cosa sarebbe diventato col passare degli anni. Ero uno scalatore esperto a quel tempo, anche se di scarso successo e di ambizioni non troppo elevate. Come tutti mi andavo a cacciare in situazioni estreme, e cercavo di farne tesoro. Prendere decisioni da cui dipendeva la mia vita, lottare per salvare la pelle, tutto questo mi temprò come acciaio, anche se a dire il vero non ho mai cercato di proposito il pericolo, e ho sempre guardato a ogni nuova impresa con una certa apprensione. Mark, dal canto suo, doveva sempre spingere al limite. Diventammo comunque amici, e così, grazie alla nostra corrispondenza e alle riviste di alpinismo, cominciai a seguire la sua carriera.
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