Prefazione

Mark Twight in prossimità della cima dello Sperone Frendo, parete nord dell’Aiguille du Midi.
Foto: James Martin
Nel giugno del 1977 ebbi l’incredibile fortuna di arrampicare con due dei miei eroi di sempre: Jeff e George Lowe. Eravamo in Alaska, sul versante nord del Monte Hunter. Avevamo già conquistato milleduecento metri di parete quando una cornice di neve collassò improvvisamente sotto il peso di Jeff, trascinandolo giù per una ventina di metri. Durante la caduta un rampone gli rimase impigliato da qualche parte, sotto la neve, e la caviglia cedette.
Io al tempo ero uno scalatore naif, e devo ammettere che quella situazione m’impensieriva, e non poco. I miei navigati compagni, letteralmente due monumenti dell’alpinismo americano, non sembravano invece farsi troppi problemi.
In realtà i due erano probabilmente altrettanto preoccupati per l’incidente ma, grazie alle centinaia di vie che già avevano alle spalle, al contrario di me sapevano esattamente cosa fare. La differenza stava tutta nell’esperienza: certo, io avevo la tecnica, ma loro la testa. Fu una lezione fondamentale, a dire il ve…