Prefazione

Scott Backes, verso il finire del primo giorno della prima salita di Deprivation. Quando abbiamo attaccato la via, i nostri zaini pesavano dodici chili, senza contare corde e altra attrezzatura specifica da scalata.
Foto: Mark Twight
La prima volta che testai la mia teoria sul completo da arrampicata e quello da sosta fu sul Monte Hunter in Alaska. Era il maggio del 1994, e per questa salita Scott Backes e io eravamo alla ricerca della massima efficienza col minimo dispendio di energia. Avevamo applicato questo concetto a tutti gli aspetti della nostra impresa: nutrizione, perdita di calore, rapporto peso/utilità del fornello da campo e del combustibile, e tutto il resto del materiale. Una volta ridotto ogni componente a quello che credevamo essere il minimo indispensabile, tagliammo ulteriormente.
Sapevo che sarebbe stato difficile rimanere correttamente idratati: l’aria molto secca e la rapidità degli scambi gassosi ci avrebbero prosciugato, senza contare tutti i liquidi che avremmo perso attraverso la sudorazione, liquidi che avremmo impiegato tempo ed energia a ripristinare. Nel mio zaino volevo portare solamente 2 litri di acqua alla volta, per cui sapevo che se volevamo bere 7 litri ogni 24 ore, come ci era…