Prefazione

Jonny Blitz e Steve House su "The Gift That Keeps on Giving", sulla parete sud del monte Bradley, Alaska. La fiducia tra i compagni di cordata dev’essere totale, e il legame che si crea è incredibilmente forte.
Foto: Mark Twight
Il rapporto tra un alpinista e il proprio compagno è sacro. Non solo il successo, ma la sopravvivenza stessa di una cordata dipendono dalla profondità dell’intesa tra i suoi componenti: dopo aver condiviso per anni fatiche e avventure, essi si conoscono e si completano a vicenda; la sommatoria dell’energia, del buon senso, e della forza di volontà di questa cordata sarà incredibilmente superiore rispetto alle doti dei singoli alpinisti. È altrettanto vero che due alpinisti che battibeccano continuamente, o che non si trovano sullo stesso piano per quanto riguarda ambizione e talento, sono insieme più deboli di quanto non sarebbero da soli. Quando due scalatori sono realmente in sintonia vedono le cose attraverso gli occhi del compagno, pianificano e realizzano un progetto servendosi delle sue mani e dei suoi piedi. Alla fine diventano il compagno. La fiducia nell’abilità di chi è legato all’altro capo della corda è assoluta.
Essere sulla stessa lunghezza d’onda non migliora soltanto …