CLEAN CLIMBING
Storia, materiali e tecniche di arrampicata in fessura
Con le schede di 26 spot in Europa e di 30 fuoriclasse “puliti”
“Remember the rock, the other climbers — climb clean”
Yvon Chouinard e Tom Frost, 1972
Queste sono le ultime parole dell’articolo che nel 1972 Yvon Chouinard e il suo amico, nonché socio in affari, Tom Frost pubblicarono sul catalogo della Chouinard Equipment. L’articolo, intitolato “Una parola”, incentivava l’utilizzo dei nut al posto dei chiodi. Tale articolo, vero manifesto, vera origine della rivoluzione dell’arrampicata libera, cambiò le abitudini degli scalatori.
Per anni friend e nut sono stati comodi strumenti per integrare le protezioni già in loco, spesso a chiodi, su vie multipitch e solo in alcune zone come la Val di Mello e la Valle dell’Orco ne erano, e ne sono tutt’ora, una parte essenziale della salita.
Da alcuni anni, vuoi per la rivalorizzazione di alcune aree di monotiri non spittati in Valle dell’Orco, vuoi per la nascita di paradisi per il clean climbing come Cadarese e Yosesigo in Val d’Ossola, è esplosa la passione per questi strumenti, tra l’altro sempre più sicuri e funzionali grazie agli studi delle principali aziende costruttrici.
Questo manuale si concentra sulle tecniche di clean climbing per il monotiro, consapevoli che una buona tecnica di protezione nelle palestre naturali porti poi facilmente all’utilizzo di strumenti a incastro anche su vie lunghe, per chi già è in grado di muoversi su pareti multipitch protette tradizionalmente.
Ma non è solo un manuale di tecnica, perchè, in linea con la collana Performa, Maurizio Oviglia e Michele Caminati sono convinti che una buona conoscenza della storia e della cultura alpinistica, contribuisca in modo essenziale alla dimensione del sogno e a moltiplicare le emozioni di cui ogni scalatore è costantemente alla ricerca: un itinerario è una linea sulla roccia, ma se si conosce chi l’ha salita, quando, come e perchè, ogni via acquista un sapore diverso, speciale e unico per ognuno di noi. Per questo un ampio capitolo introduttivo narra l’evoluzione che ha avuto nello spazio e nel tempo questa disciplina e una parte del manuale presenta 31 schede biografiche dei principali fuoriclasse di questa attività.
Infine, perché questi insegnamenti teorici non rimangano inattivi in un cassetto della nostra mente, il libro propone una serie di località in Italia e in Europa – dalle più vicine e abbordabili a quelle più distanti e impegnative – dove poter applicare tali lezioni.
Maurizio Oviglia è nato a Torino il 9 giugno 1963. Frequenta le Alpi dall’età di 9 anni dove con il padre ha salito 30 cime sopra i 4000 metri. Ancora adolescente inizia ad arrampicare e nei primi anni ’80 ripete vie di estrema difficoltà nell’arco alpino. La prima via nuova risale al 1982, seguita da una lunga serie che lo porterà ad aprirne più di 3000 in tutto il mondo, dalle pareti della Turchia al Marocco, dal Venezuela al Messico. Ha arrampicato, oltre che in Europa, in Himalaya, Patagonia, Canada, Giordania e Stati Uniti. Nel 1986 si trasferisce stabilmente in Sardegna, iniziando un’esplorazione capillare delle montagne dell’isola, dove aprirà innumerevoli vie nuove e contribuirà con i suoi articoli e i suoi libri a renderla famosa tra gli arrampicatori sportivi di tutto il mondo. Si è diplomato grafico e fotografo nel 1981 a Torino. La sua attività come scrittore comincia nel 1987, con la guida alle arrampicate della Valle dell’Orco. Nel 1988 pubblica la fortunata guida Pietra di Luna sull’arrampicata in Sardegna, giunta ormai alla V edizione. Ha altresì pubblicato varie guide sul Piemonte e la Corsica, ideato e diretto l’annuario UP per la casa editrice Versante Sud. Per il CAI e il Touring Club Italiano ha scritto Sardegna, della Collana Monti di Italia, che ha vinto il Premio Cardo d’Argento al Festival di Trento. È stato redattore della rivista internazionale Vertical Magazine per più di 10 anni. Accademico del CAI, Istruttore Nazionale di Arrampicata Libera, fa anche parte del Club Alpino Inglese. È apprezzato blogger sui social network, ha scritto articoli su tutte le riviste mondiali di alpinismo e arrampicata, come fotografo ha pubblicato diverse copertine e calendari. Oltre che alla promozione dell’arrampicata sportiva, come attrezzatore e come pubblicista, da più di 20 anni si dedica all’insegnamento e allo sviluppo del clean climbing in Italia.
Michele Caminati è nato a Parma il 25 febbraio 1985, Michele Caminati ha cominciato ad arrampicare all’età di 13 anni appassionandosi velocemente alla disciplina del bouldering. Per anni si è dedicato a questa specialità diventando campione italiano nel 2008 e partecipando a numerose competizioni internazionali. Su roccia ha salito numerosi passaggi in tutto il mondo fino all’8b+ e ha contribuito allo sviluppo di parecchie aree boulder in Italia come i Lagoni, Ceriola, Pietra del Toro e il Monte Amiata. All’età di 26 anni, a seguito di un viaggio nel Peak District, si è appassionato all’arrampicata trad inglese e negli anni successivi ha ripetuto parecchie delle vie di riferimento su gritstone, fino all’ E8 7a tra cui: Gaia, The End of the Affair, The New Statesman, The Elder Statesman. Successivamente ha cercato di sviluppare e di ripetere vie di questo stile anche in Italia, tra cui ricordiamo la salita di Is not Always Pasqua, E9 7a (8b), a Interprete. Nella sua attività in arrampicata sportiva è arrivato a salire alcune vie di grado 8c, ma negli ultimi anni si è sempre più appassionato di arrampicata in fessura, viaggiando per Italia ed Europa alla ricerca delle vie più iconiche in questo stile, tra cui spicca la salita di Greenspit (8b) in Valle dell’Orco. Da sempre appassionato di fotografia, si dedica ora all’attività di fotografo e film-maker professionista, cercando di raccontare per immagini storie di arrampicata e di montagna.
Year: | 2022 |
---|---|
ISBN: | 978 88 85475 861 |
Pages: | 381 |
Dimensions: | 2,00 × 19,00 × 22,50 cm |
Weight: | 870g |
Code: | P 21 |