La parte veronese della Val d’Adige (fra Avio e la Gola di Ceraino), il settore meridionale del Monte Baldo (fra Rivoli Veronese, Caprino e Ferrara di Monte Baldo) e l’entroterra gardesano sono divenuti da alcuni decenni un paradiso per gli arrampicatori. Qui si può scalare praticamente tutto l’anno sia su monotiri che su vie fino a trecento metri di sviluppo, dal verde degli olivi sino alle rocce dolomitiche delle più alte vette baldensi. In questo volume vengono descritte 24 falesie e 11 settori multipitch per un totale di circa quarantamila metri di arrampicata quasi tutti su calcari “verdoniani” per solidità e bellezza.
I climber più forti possono qui “spellarsi i polpastrelli” su monotiri e vie di più tiri con difficoltà fino all’8b+ (e con qualcosa di ancora più difficile da liberare), mentre per gli amanti del facile e del medio l’unico problema sarà districarsi nella scelta della falesia o della via lunga più consona alle proprie capacità e ai propri desideri. Oltre alla parte tecnica il lettore troverà un’originale e “vissuta” introduzione storica e numerose schede-profilo dei principali artefici dell’arrampicata fra la Val d’Adige ed il Lago di Garda.
Info sugli Autori
Cristiano Pastorello, classe 1977, si è formato a livello alpinistico sulle Piccole Dolomiti vicentine. Accademico del CAI, membro del Soccorso Alpino, vanta importanti ripetizioni nei principali gruppi dolomitici, ma in particolare sulla Nord Ovest del Civetta. Nel 2005 si trasferisce nell’entroterra Baldense innamorandosi perdutamente di questi luoghi. Coadiuvato dagli “storici” del posto, ha aperto itinerari nei settori più reconditi del Monte Baldo. Attualmente è presidente della LAAC (Libera Associazione Alpinisti Chiodatori) che si prefigge come scopo principale quello di mantenere e sviluppare il patrimonio alpinistico di Baldo e Val d’Adige. Laureato in Scienze Forestali e Ambientali, è impegnato in progetti di valorizzazione sostenibile del territorio, nei quali l’arrampicata e gli sport d’avventura giocano sempre un ruolo fondamentale. Dal 2013 è uno dei gestori del Rifugio G. Barana al Telegrafo, sul M. Baldo.
Eugenio Cipriani, esponente della generazione del “Nuovo Mattino” (classe 1959) dal 1976 vagabonda per le crode sempre alla ricerca di luoghi e pareti “vergini” (piccole o grandi che siano non importa) pur di stare “oltre la folla”. “Non-alpinista” per scelta, oltre che per indole, ma semplice “scalatore” (definizione che dice tutto e niente allo stesso tempo) ha realizzato dal 1978 a oggi circa 600 vie nuove di più tiri in tutto il nord-est delle Alpi spingendosi sino ai Balcani e alla Grecia. In provincia di Verona ha scoperto e iniziato a chiodare per primo numerose falesie divenute poi “di massa”, varie strutture della Valpolicella e della Lessinia ed è stato uno dei più attivi esploratori della Val d’Adige della quale ha realizzato nei primi anni Ottanta la prima guida alpinistica. È fuggito puntualmente (e continua a fuggire) nel momento in cui le sue scoperte divengono di dominio pubblico. Laureato in Lettere, giornalista e scrittore, ha al proprio attivo una cinquantina di pubblicazioni fra guide, libri fotografici e volumi dedicati ad argomenti letterari, storici e geografici.
Anno: | 2014 |
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ISBN: | 978-88-96634-71-4 |
Pagine: | 288 |
Peso: | 560g |
Codice: | LV75/1 |